Le 35 grotte di Palinuro

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Palinuro si trova in Campania, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, una località turistica tra le più note, menzionato da Virgilio nell’Eneide, che vanta insediamenti umani molto antichi, testimoniati da reperti e tombe databili intorno al VI sec. a.C che indicano la presenza di una colonia greca.

In particolare, Capo Palinuro è un promontorio calcareo a picco sul mar Tirreno,  tutto un susseguirsi di grotte, spiagge, baie nascoste e calette, in mezzo a una vegetazione e a una fauna  ricche e preziose e ad acque sulfuree e di sorgenti idrotermali.

Le grotte di Capo Palinuro sono circa 35 e rappresentano uno dei siti di maggior interesse speleomarino in Europa, ma anche un’attrazione per molti turisti che.

Tra le tante, spiccano la Grotta Azzurra, che è la più famosa,  così chiamata per gli effetti  di luce creati da un condotto a 20 metri di profondità che fa penetrare i raggi del sole. Alla fine del tunnel principale si apre la grande Sala della Neve, caratterizzata da una sorgente sulfurea con  un flusso d’acqua che sale in verticale con un diametro di circa 70/80 cm.

La Grotta d’Argento deve invece il suo nome ai riflessi argentei provocati dal calcare depositato sul fondo, mentre la Grotta del Sangue è così chiamata a causa della presenza di piccole alghe rosse. La Grotta dei Monaci presenta delle formazioni calcaree che ricordano dei monaci in preghiera. La Grotta Viola fa parte della Cala Fetente e deve il suo nome alle patine di manganese sull’acqua del laghi interni, che riflette la luce in suggestive tinte violacee.

Ci sono poi la Cattedrale 1, con quattro cupole d’aria interna, la Cattedrale 2 che è una delle grotte sommerse più spettacolari, con uan suggestiva navata centrale caratterizzata da una finestra a bifora sull’entrata (da qui il nome…). La Grotta del Lago ha l’ingresso subacqueo ed è visitabile solo da sub esperti.

Oltre alle magnifiche grotte, vanno assolutamente visitati l’Arco naturale, un enorme arco di roccia che si protende verso il mare e la piccola baia alle sue spalle, il palazzo baronale Rinaldi, dove nel  1814 d il re di Napoli Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e l’Antiquarium, che espone reperti di una necropoli del VI sec. a.C.