Panarea, l’isola degli scogli

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Panarea è un piccolo arcipelago delle isole Eolie costellato di scogli: Lisca Bianca, Lisca Nera, Dattilo, Botaro, Panarelli e gli scogli delle Formiche; tutti sulla stessa piattaforma a 50 metri sotto l’acqua. Basiluzzo è invece più grande e distante, e fu abitato dai romani, come dimostrano i resti di ville e mosaici. Le acque tra questi scogli, limpide e trasparenti e ricche di pesci, sono un paradiso per i sub, tra calette e piattaforme rocciose.

Panarea


Un tempo, Panarea e gli scogli formavano un’unica zolla, che si frantumò in seguito all’esplosione di un vulcano; nacquero così Piano Cardosi (402 m), Timpone del Corvo (421 m), Castello di Salvamento e Scoglio Palisi. Un insieme di rovine vulcaniche che caratterizza l’isola: a Cala Bianca vi è un antico canale di lave, a Calara ci sono colonne basaltiche, Punta Tribunale è un intrigo di rocce primastiche, il Castello è formato da da magma viscoso di gusto gotico.

La morfologia del territorio, privo di terreni piani, ha fatto si che le case venissero costruite lungo i fianchi dell’isola, nelle contrade di Ditella, San Pietro e Drautto, oppure abbarbicate sulle rocce, immerse nella macchia mediterranea, rendendo il paesaggio molto pittoresco.

Visitando Panarea, attraverso i suoi sentieri, ad ogni tornante tra Cala Junco e San Pietro e il villaggio preistorico, si aprono scorci mozzafiato. Salendo dal porto al Timpone del Corvo, il tetto dell’isola, si ha una bella panoramica di Stromboli.

Un pò di storia
Panarea fu abitata già in epoca preistorica come testimonia il villaggio dell’età del Bronzo (XIV secolo a.C.) sul promontorio del milazzese, a sud-ovest dell’isola, dove sono visibili e visitabili i resti di una ventina di capanne.

Come le altre isole Eolie, Panarea fu oggetto di continue scorrerie etrusche fino alla colonizzazione greca, quando fu chiamata Eurymos.
Nel 252 a.C. comincia il dominio romano, dopodichè, alla caduta dell’Impero,inizia un periodo di decadenza che aumenta con la dominazione bizantina e quella araba (827/1061).
Solo con i Normanni (1340-1544 circa) riprende lo sviluppo economico e demografico delle isole.
A causa delle continue scorrerie dei pirati, Panarea rimase pressoché disabitata.

Al di sopra del villaggio preistorico di Cala Junco si trova il “Castello del Salvamento” dove gli abitanti si rifugiavano durante le incursioni piratesche.

Attualmente, gli abitanti stabili sono circa 200, ma aumentano in modo considerevole durante la stagione estiva.

Molti sono i film ambientati a Panarea, soprattuto quando ancora non era soggetta al turismo di massa ed era un’isola dal fascino selvaggio e incontaminato. “Stromboli terra di Dio” di Roberto Rossellini (1950), “L’avventura” di Michelangelo Antonioni (1960), ambientato in larga parte a Panarea, Basiluzzo e Lisca Bianca, e “Panarea” di Pipolo, degli anni ’90.

Come arrivare a Panarea
L’isola è  collegata con Milazzo, il principale porto dalla Sicilia verso le Isole Eolie. Milazzo è facilmente raggiungibile in nave, in pullman, in treno, e in auto ( Autostrada A20 Messina – Palermo uscita casello “Milazzo” ).

da Milazzo:
Collegamenti giornalieri con traghetti ed aliscafi NGI, Siremar, Ustica Lines.

da Messina e da Reggio Calabria:
collegamenti giornalieri con aliscafi Ustica Lines

da Palermo:
collegamenti con aliscafi Ustica Lines

da tutti gli aeroporti:
Attraverso i tanti e vantaggiosi voli low-cost, si arriva agli aeroporti di Palermo (Punta Raisi), Catania o Reggio Calabria, da cui si prosegue in autobus e/ovia mare.

dall’aeroporto di Reggio Calabria:
Si prende l’autobus per Messina, poi si può  partire da Messina in aliscafo oppure proseguire fino a Milazzo in autobus e da ci si imbarca per le Eolie.

dall’aeroporto di Catania:
autobus fino a Messina, poi si può  partire da Messina in aliscafo oppure proseguire fino a Milazzo in autobus e da ci si imbarca per le Eolie.

da Napoli:
collegamenti con navi Siremar tutto l’anno; nel periodo estivo collegamenti con aliscafi Ustica Lines e Snav, nonchè con la Medmar.