Nell’armonioso paesaggio agreste della val Tiberina, che riprende i caratteri delle vicine conche toscane, Città di Castello si adagia fra le colline sulla riva sinistra del Tevere.
Una possente cinta muraria cinquecentesca racchiude quasi per intero la parte antica, posta su un livello più alto rispetto all’abitato moderno, e a questo collegata tramite delle comode scale mobili.
Gli edifici principali sono: il gotico palazzo del Comune, chiamato anche Palazzo dei Priori, del XIV secolo;il duomo trecentesco, più volte rimaneggiato, con il suo particolarissimo campanile cilindrico; la Torre Civica, detta anche “Torre del Vescovo“, oggi pendente come la torre toscana più famosa; Palazzo Vitelli alla Cannoniera, così detto perché dove sorge si trovava un deposito (o una fonderia) di cannoni. È sede della Pinacoteca Comunale, che per le opere esposte (tra cui alcune di Raffaello e Luca Signorelli) è seconda soltanto alla Galleria nazionale di Perugia; Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, testimonianza dell’importanza della città in epoca rinascimentale; la trecentesca Chiesa di San Francesco, modificata internamente in stile barocco, che conserva una copia dello “Sposalizio della Vergine“, di Raffaello dipinse nel 1504, (l’originale si trova a Brera di Milano).
Ma artisticamente parlando il vanto della cittadina è un pittore contemporaneo: Alberto Burri (1915-1995), al quale sono dedicati due musei: il primo è ospitato nel quattrocentesco palazzo Albizzini, esempio di architettura rinascimentale, di derivazione toscana (fine ‘400); qui è esposta la collezione Burri, la più ricca e organica raccolta dell’opera dell’artista del ‘900. Il secondo si trova a Rignaldello, nella periferia in direzione di Perugia, dove l’artista acquistò dei capannoni utilizzati per la coltura del tabacco (Ex Seccatoi Tabacchi), trasformandoli nel suo studio-museo. Qui si trovano le opere di grande dimensione.