La fortezza domina austera e inespugnabile il borgo di Bardi (Parma) sulla Valceno e la Val Noveglia da uno sperone di roccia rossa a picco sul Torrente Ceno. La rocca di Bardi rappresenta un raro esempio di complesso fortificato medioevale giunto fino ai nostri giorni i ottimo stato di conservazione. Attualmente ospita in alcune sale il Museo della Civiltà Valligiana ed è il punto di riferimento di tutte le attività culturali della Val Ceno. Recenti interventi di restauro hanno consentito il recupero e l’apertura al pubblico di molti ambienti: magazzini, stalle, camminamenti di ronda, torri di guardia e residenza signorile.
La prima testimonianza relativa al castello risale all’869. Nel 1257 il feudo passò ai Landi di Piacenza che rimasero signori di Bardi per oltre quattro secoli, favorendo l’organizzazione amministrativa ed economica del territorio e promuovendo l’ampliamento della rocca. La fortezza, progettata come formidabile strumento di difesa, venne progressivamente ad assumere le caratteristiche di capitale di un piccolo stato che comprendeva il territorio dell’alta Val Ceno e dell’alta Val Taro. Nel 1551 il feudo venne eretto a marchesato dell’imperatore Carlo V ed i Landi ottennero il diritto di battere moneta. Bardi venne poi ceduta ai Farnese (1682), seguendo poi le sorti del ducato di Parma.
La storia e l’atmosfera fiabesca viene oggi ricostruita nel corso dell’anno, con numerose iniziative e rappresentazioni. All’interno delle sale del castello viene ricreato un ricco e variegato mercatino medievale,dove venditori in abiti dell’epoca propongono manufatti,gioielli e libri antichi.
All’esterno, vengono rappresentate emozionanti e realistiche battaglie, messe in atto dalla “Compagnia di San Giorgio e il Drago”, con la partecipazione degli sbandieratori di Fornovo e di un piccolo gruppo di arcieri tutto al femminile.
Come ogni castello che si rispetti, anche quello di Bardi ha il suo fantasma che si aggira tra le sue mura. Soleste, la giovane figlia del castellano è stata promessa in sposa a un feudatario dal padre, il castellano, ma lei ama, ricambiata, Moroello comandante delle truppe. La balia aiuta Soleste e Moroello e si prodiga affinchè i due ragazzi possano incontrarsi in segreto, fino a che un brutto giorno Moroello parte in battaglia con i suoi soldati.
Ogni giorno Soleste sale sul mastio della fortezza che domina le vallate e aspetta il ritorno di Moroello. Dopo lunghe settimane di attesa finalmente vede avvicinarsi uomini a cavallo, ma Soleste nota che i colori non sono quelli dei Landi. Deducendo che Moroello sia stato sconfitto e ucciso in battaglia, Soleste si uccide gettandosi dal mastio. In realtà Moroello è tornato vincitore, ma lui e i suoi uomini indossano i colori del nemico battuto come ultimo spregio. Dopo che la balia dà a Moroello la triste notizia del suicidio dell’amata, egli si getta dalla torre della Piazza d’armi.
Il fantasma di Moroello, nell’arco dei secoli, è apparso vicino al mastio a volte accompagnato da una sommessa e triste musica. Negli ultimi anni, però, gli “avvistamenti” si sono fatti più frequenti anche da parte dei visitatori e dei ricercatori del Dipartimento di Ricerca del Centro Studi Parapsicologici di Bologna, che sono addirittura riusciti a fotografare il fantasma di Moroello, con una termocamera sofisticatissima, e hanno realizzato nel castello una mostra su questa presenza. La base del mastio, da anni è soggetta a studi e ricerche notturne con sofisticate apparecchiature elettroniche da parte di ricercatori italiani e stranieri.
Visite e informazioni: la fortezza è aperta tutto l’anno, con la possibilità di visite guidate su prenotazione. Vengono organizzate durante l’anno diverse manifestazioni e rievocazioni storiche per bambini e adulti.
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