Un itinerario in una regione verde e rilassante come l’Abruzzo parte da Fossacesia Marina, in provincia di Chieti, sulla verdeggiante costa adriatica che in questo tratto presenta una serie di spiaggette, sia di ghiaia che di sabbia, con falesie a picco sul mare.
Gabriele D’Annunzio, originario di Pescara, amó tanto questo angolo d’Abruzzo da descrivere nel suo “Trionfo della morte” proprio i trabocchi di capo Turchino, vicino a San Vito Chietino, poco piú a nord di Fossacesia. Fra queste due localitá, in uno dei punti piú panoramici della costa abbruzzese, sorge l’Abbazia di San Giovanni in Venere: qui si ammirano la fertile valle del sangro con i suoi splendidi frutteti, e, piú oltre, la punta della Penna e un successione di colline che preannunciano il vicino Molise. L’Abbazia fu costruita nel 937 su un tempio ottagonale fatto erigere dalle popolazione frentane in onore di Venere Conciliatrice.In seguito fu aggiunta la badia, con il monastero benedettino, abitato fino al Settecento. Oggi monumento nazionale, l’Abbazia é stata nel corso dei secoli piú volte restaurata; divisa in tre navate, con poche tracce di affreschi che un tempo ne ornavano le pareti. Sul portale duecentesco, in altorilievo sulla navetta, sono raffigurati Cristo, la Vergine e Giovanni Battista, mentre nelle decorazioni dei pilastri sono visibili scene ispirate al Vecchio e al Nuovo Testamento.
Laciata la costa, si prosegue verso l’interno per raggiungere Lanciano, quasi al centro del vecchio Abruzzo Citeriore, a 50 km da Pescara. Da sempre, Lanciano é stato il centro piú vivo e attivo della Frentania, una delle piú importanti regioni storiche d’Abruzzo. Sorge su tre colli,due dei quali furono uniti in etá romana dal ponte di Diocleziano, nel III secolo, poi distrutto. Oggi, al suo posto si trova la trecentesca basilica di Santa Maria del Ponte, costruita nel luogo in cui fu trovata una statuetta della Madonna, proprio sotto le arcate della struttura romana. Di notevole interesse, é la chiesa di Santa Maria Maggiore, l’esempio abruzzese piú importante dello stile gotico francese importato nel XIII secolo; eretta nel 1227, fu trasformata agli inizi del Trecento da Francesco Petrini, cui si deve lo splendido portale a sinistra della facciata. Nella sacrestia é conservata una grande croce d’argento, capolavoro di Nicola da Guardiagrele.
Percorrendo la SS 363 si arriva a Guardiagrele, dopo aver attraversato un territorio dolcemente inclinato e inciso da brevi corsi d’acqua con versanti a ripide balze, ricoperto da vigneti “a tendone” e da campi di tabacco. Guardiagrele é un ricco centro di villeggiatura con una bella chiesa, quella di Santa Maria Maggiore, edificata nel XI secolo e piú volte rimaneggiata, interamente costruita in pietra della Maiella, con un campanile quadrangolare sotto il quale si apre uno stupendo portale quattrocentesco.
L’interno ospita, nel Museo di Arte Sacra, i resti di una croce argentea processionale, opera diNicola di Guardiagrele, oltre a una statua lignea del XV secolo, la Madonna dell’Aiuto.
La cittadina offre anche un ampio panorama verso la Maiella, la cui bastionata calcarea appare ricca di boschi e incisa da canyion profondi e suggestivi. Tra questi, é emblematico, per il sacrario ai caduti abruzzesi e la tipicitá delle forme paesistiche, quello che prende il nome dal piccolo abitato di Bocca di Valle.
L’itinerario nella Maiella prosegue lungole SS 263 e 84; quest’ultima, nota come la “tagliata del Murat”, é la prima arteria stradale moderna che fu costruita nela regione.
Nella stagione estiva, dopo una visita a Fara San Martino alle sorgenti del fiume Verde, si puó fare una breve escursione nella valle di Taranta che si puó percorrere con un comodo impianto di risalita fino a 1425 metri di altitudine; da vedere é anche la grotta del Cavallone, detta anche della “Figlia di Iorio“, dall’opera dannunziana. La cavitá, che si estende per oltre un chilometro ed é ricca di sedimenti calcarei, si trova all’interno del Parco della Maiella.