Dario Fo assieme a Franca Rame, dopo anni di ricerche nelle tradizioni popolari di tutta Italia, tramandate in forma orale e scritta, ha scoperto una “bibbia” dei più poveri, dei contadini, di quelli non hanno quasi niente.
L’autore ha così scritto questo libro, riportando pensieri tragico-ironiche inventati dai contadini napoletani, siciliani, calabresi e di altre zone d’Italia con il suo consueto suo tono ironico e grottesco per raccontare – seguendo la successione “biblica” dall’Antico al Nuovo Testamento, dalla Genesi ai Vangeli canonici e apocrifi – una storia di meraviglie e di storture, di miracoli e di stragi, di crudeltà e di tenerezza, di follie e di saggezza popolare, dove Dio parla attraverso l’energia e la concretezza dei villani.
“La Bibbia dei villani” rappresenta Dio come una brocca di vino, come l’agnello che si sta per ammazzare. In questo modo Dario Fo ci rivela un segreto che in fondo è già conosciuto: Dio è visto come il bene e il male, la vita come la morte.
I villani, da sempre, mangiano Dio, lo amano e a volte lo disprezzano, si confidano e si scontrano con lui, perché Dio è felicità, ma anche dolore, è sorriso ma anche pianto.
La bibbia dei villani – Dario Fo – Ed. Guanda, 2010