La Villa della Gioia è una chiesa situtata in Calabria, a Paravati (VV), ancora in fase di costruzione, voluta da Natuzza Evolo, la mistica calabrese scomparsa un anno fa.
Natuzza raccontava del grande progetto che, durante una delle sue visioni, la Madonna le aveva fatto vedere e visitare come fosse già realizzato, “La villa della gioia“. Il grande desiderio della Madonna e di Natuzza comincia il 30 maggio 2006 e proprio Natuzza ha dato inizio ai lavori del primo lotto della grande e bella chiesa, con la prima colata di cemento.
La chiesa, che può accogliere complessivamente circa 3.000 fedeli, è a pianta cruciforme; nelle due braccia laterali si trovano la cappella del Santissimo, la cappella delle confessioni, la cappella feriale, il sagrato davanti al quale sorge la grande piazza delimitata dal colonnato.
Nel punto d’intersezione delle braccia della croce è collocata la grande aula assembleare, come fulcro e cuore dell’intera composizione.
Il tutto rappresenta l’idea di accoglienza del “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime” in cui la chiesa rappresenta il “cuore”, e il colonnato la “braccia tese” che accolgono in un cammino spirituale verso il Mistero di Cristo.
Il colonnato, che ha la pianta a forma di un cuore, si collega al “Viale della salvezza” che dalla strada conduce alla chiesa.
Al di sotto del complesso formato dalla cappella delle confessioni, dal sagrato e dalla piazza, due corpi principali contigui: “Centro, sale e strutture congressuali” e il “Centro ristoro”, il primo con sale per attività di studio e ricerca, mentre il secondo con sale polivalenti e di relazione utili all’accoglienza dei pellegrini.
La storia di Natuzza
Vi sono persone che hanno vissuto esperienze straordinarie: sono state protagoniste di miracoli e di guarigioni improvvise, diventando simboli della fede, non sempre riconosciuti dalla scienza.
Fortunata Evolo nasce a Paravati il 23 agosto 1924 in una famiglia poverissima. Dopo la terza elementare inizia subito a lavorare come domestica. Fin da bambina ha il dono della bilocazione e dice di parlare con l’angelo custode, un bambino di circa otto anni che la guida e la consiglia nel dare risposte che solo una persona colta, e non certo una semianalfabeta come lei, potrebbe dare. Ha strane visioni: persone defunte e la Madonna. I famigliari, spaventati, la fanno esorcizzare e la costringono a sposare con un soldato, da cui ha cinque figli.
Ma Natuzza continua ad avere visioni e subentrano anche le stimmate.
Vede Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio e altri santi. Vede i defunti e conversa con loro, ha sudorazioni ematiche più evidenti durante la Quaresima con l’aggiunta delle stimmate che si trasformano, a contatto con bende o fazzoletti, in emografie : testi di preghiera in varie lingue, calici, ostie, Madonne, cuori, corone di spine.
Fin da quando era una ragazzina, Natuzza capì che la sua missione era dare conforto e consolazione alle persone. Da allora, e per tutta la sua vita, migliaia di persone si sono rivolte a lei affidandole sofferenze, angustie, invocando grazia, conforto e luce. E lei, facendosi carico delle loro sofferenze, ha dato a tutti una parola di conforto, di speranza e di pace, una risposta, il sorriso e la gioia, e in alcuni casi la guarigione.
Con le offerte dei fedeli Natuzza fa costruire un centro per anziani nel suo paese, lo stesso dove muore nel novembre 2009 per un blocco renale.
I fedeli ne chiedono la beatificazione, ma una decisione – che spetta al Papa – non è ancora stata presa.
La Chiesa ha sempre espresso perplessità sulla vicenda. Nel 1940 padre Agostino Gemelli ha bollato la Evolo come “isterica”, mentre in epoca più recente l’ex direttore di Civilità Cattolica ne ha apprezzato lo stile di vita umile.
Info: www.fondazionenatuzza.it
In collaborazione con www.turismo-calabria.com