Lipari e il suo arcipelago sono crocevia e approdo della storia antica dell’uomo mediterraneo. Gli uomini del Neolitico ebbero qui a disposizione la nera e tagliente ossidiana per fare utensili e armi.
A Lipari ripararono gli scafi greci in rotta per la Spagna, in cerca di stagno da mescolare al rame per una nuova era del bronzo. Fuoco perenne dei vulcani, bianca pomice, pietra macroporosa che galleggia e alchimia dell’allume ispirarono le menti di filosofi e poeti. Omero vi condusse Ulisse, tappa necessaria nella sfida umana della conoscenza.
Lipari non è solo mare e sole. Una città murata, un castello, un chiostro benedettino e un museo raccolgono la storia delle isole nell’arco di quattromila anni: dalla preistoria attraverso l’età greca e romana, a quella punica, dalla civiltà arabo-normanna al monachesimo, alla nascita del Sacro Impero di Carlo V fino ai Borboni.
Le 25 sale del Museo ospitano reperti del IV secolo. Centinaia di maschere del teatro classico, ninnoli e bambole dei corredi funebri di piccoli sarcofaghi, reperti delle navi da guerra puniche. Accanto al Museo, il Castello sulla rocca a picco sul mare, tra Marina Lunga e Marina Corta, e la città murata.
Oggi, 9.000 abitanti su 38 km quadrati sono distribuiti tra Lipari centro e le frazioni di Pianoconte, Canneto, Quattropani, Acquacalda e Porticello, unite da strade che toccano le pendici dei monti Chirica e S. Angelo, i punti più alti dell’isola e balconi sull’arcipelago. Più in basso, incomparabile lo spettacolo offerto dal monte Pelato con il suo bianco candore di pomice che scende ripido nelle acque verdi. Visite guidate conducono alle cave di questo raro materiale che Lipari esporta nel mondo.
Altre mete suggestive sono Piano Conte, Pirrera e Lami, il Santuario della Madonna della Catena. Il mare è ricco di spiagge, le più lunghe e accoglienti sono a Canneto: sabbia finissima con tracce di pomice. Le Terme di San Calogero (già frequentate 3500 anni fa come attesta un tholos miceneo) testimoniano i mai sopiti fenomeni vulcanici.