Portobuffolè, piccolo gioiello della Serenissima

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2005


Portobuffolè è il più piccolo comune del trevigiano, per numero di abitanti, un piccolo gioiello rinascimentale il cui nome singolare deriva dal termine latino ‘bova‘ (ossia canale) o anche ‘bufaline‘, un tipo di imbarcazioni che servivano a trasportare le merci da qui fino al mare.

Durante il dominio veneziano, Portobuffolé fu un importante porto fluviale e centro dei traffici commerciali tra la Serenissima, l’entroterra e la Germania.
Oggi Portobuffolé conserva intatta tutta la sua eleganza rinascimentale, il periodo di maggior prestigio grazie allo slancio che Venezia seppe imprimere sul piccolo borgo, all’epoca provvisto di un castello, divenendo un poco alla volta dimora di ricchi signori e professionisti.

Attraverso la Porta Trevisana, distrutta nel 1918, si entra nel centro storico, dove si incontra la piccola e raffinata Piazza Beccaro, circondata da antichi palazzi dalle importanti facciate, alcune delle quali affrescate. Dalla piazza si arriva alla splendida dimora trecentesca di Gaia da Camino, affascinante nobildonna citata da Dante nel sedicesimo canto del Purgatorio. All’interno del palazzo, diventato una sorta di casa-museo, si trovano affreschi del XIV secolo che ritraggono guerrieri e personaggi del tardo medioevo. Nel palazzo è ospitato anche il Museo del ciclismo.

Un’altra piazza, la splendida Piazza Vittorio Emanuele II è circondata da edifici pubblici della dominazione veneziana: la Dogana, il Monte di Pietà e la Loggia Comunale.
Il Duomo fu ricavato da un’ex sinagoga, dove pregava la comunità ebraica che poi venne espulsa.

Le vie, le piazze e i suggestivi angoli di Portobuffolè, una volta all’anno (l’ultimo sabato di maggio) rivivono il loro splendore medievale in occasione della rievocazione storica “Portobuffolè, XIII Secolo”. Una festa molto suggestiva con oltre trecento figuranti in costume d’epoca.