I vicoli, i palazzi e le chiese di Tivoli, comune in provincia di Roma, sono un ricordo di un lungo periodo commerciale e mercantile, ricco e fastoso.
Qui si trovano due ville patrimonio dell’umanità UNESCO: Villa Adriana e Villa d’Este.
Tra le frazioni di Tivoli la più antica è Tivoli Terme (un tempo Bagni di Tivoli), località famosa per le sorgenti di acque minerali sulfureee, utilizzate fin dall’antichità; altra frazione è Villa Adriana, che si è sviluppata vicino all’omonima e storica villa fatta costruire dall’Imperatore Adriano, alle pendici del colle su cui sorge Tivoli, sul lato sinistro del fiume Aniene.
Nell’ampio largo Garibaldi vi sono giardini che formano una magnifica balconata sulla campagna romana; vicini sono la Rocca Pia – costruita per volere di Pio II, a pianta quadrangolare con torrioni cilindrici – e l’anfiteatro romano.
Attraverso via Pacifici, in parte pedonale, e la laterale via della Missione, si raggiunge la piazza del Palazzo del Comune, su cui affiorano i resti dell’antica cinta muraria e di strutture più antiche. Lo stretto vicolo Ferri costeggia il complesso conventuale dell’Annunziata e la chiesa di S. Stefano, del XII secolo, e raggiunge la romanica chiesa di S. Pietro della Carità, costruita nel V secolo su preesistenze romane e riedificata nel XII sec. insieme al vicino, squadrato campanile; la chiesa conserva nel semplice, vasto interno a tre navate su colonne di spoglio, uno splendido pavimento cosmatesco a tasselli di marmi colorati.
Prossimo è l’ingresso più basso di Villa d’Este. Uscendo dalla chiesa, si prosegue in discesa a sinistra lungo la suggestiva via Campitelli, nel Medioevo definita da una successione di case a schiera unifamiliari: ne rimane esempio nella cosìdetta “casa gotica“, mirabilmente integra nella scala esterna sostenuta da un’arcata.
In fondo al borgo, si raggiunge la romanica chiesa di S. Silvestro, del XII secolo, e nei secoli alterta nella struttura (le navate laterali sono state demolite); all’interno, notevoli affreschi del XII secolo che narrano la leggenda del santo e dell’imperatore Costantino.
La ripida via del Colle risale verso il centro cittadino e la piazza Duomo, aperta dove sorgeva il foro della romana Tibur, documentato dai resti della mensa ponderaria – pesa pubblica dove venivano conservati i pesi e le misure “ufficiali” e necessari agli scambi del mercato – e dell’Augusteum, tempietto dedicato al culto dell’imperatore.
Domina la piazza l’imponente mole del Duomo, dedicato a San Lorenzo, che della preesistenza romanica mantiene il campanile; la facciata e il portico che la precede risalgono agli interventi di restauro commissionati a Giulio Romano nel 1635. Conserva all’interno il Trittico del Salvatore, tavola lignea del XII secolo realizzata dai monaci benedettini di Farfa, e la Deposizione, notevole scultura lignea medievale.